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Ortodonzia intercettiva e ortodonzia infantile

Nell’ambito di una prima valutazione da parte dell’odontoiatra infantile, è importante osservare anche l’occlusione della dentatura da latte. Questa valutazione va fatta per diagnosticare precocemente eventuali alterazioni che porterebbero a trattamenti più lunghi e complessi in età più avanzata.

L’occlusione corretta va immaginata come un coperchio (arcata superiore) che chiude una pentola (arcata inferiore): il coperchio deve sempre chiudere precisamente, abbracciando in ogni punto il bordo della pentola dall’esterno. Se per uno o più denti questo rapporto si inverte, si ha il cosiddetto “morso incrociato”, che si può limitare a un dente o coinvolgere più elementi e può essere bilaterale o monolaterale. In caso di morso incrociato è importante intervenire tempestivamente per correggere la discrepanza in un’età in cui più facilmente il paziente risponderà a terapie di espansione e per evitare l’instaurarsi di posizioni deviate della mandibola che potrebbero consolidarsi e confermarsi in una crescita asimmetrica dell’osso. L’apparecchio più utilizzato in questi casi è il disgiuntore rapido del palato, formato da una vite mediana di espansione ancorata, ove possibile, sui molari da latte.

La valutazione dell’occlusione della dentatura decidua comporta anche il riconoscimento di eventuali discrepanze nell’interfaccia dei denti anteriori: quando gli incisivi superiori e quelli inferiori non giungono a contatto, anteriormente si evidenzia una “feritoia” chiamata “morso aperto” che generalmente è correlata ad abitudini errate, come il succhiamento del dito o del ciucciotto, il prolungato uso del biberon, una deglutizione di tipo infantile o l’interposizione della lingua tra le arcate. Il primo passo in questi casi è cercare di modificare il comportamento, applicandosi con perseveranza a eliminare l’abitudine errata: l’azione di convincimento deve essere portata avanti sinergicamente dai genitori e dall’ortodontista, con comprensione per il piccolo paziente ma con fermezza e costanza. Nei casi di deglutizione errata, si procede con l’esecuzione di esercizi mirati a far prendere consapevolezza delle varie fasi della deglutizione, modificare il controllo dei muscoli e correggere il modello di movimento. Può essere utile costruire un cartello in cui registrare con adesivi colorati le piccole vittorie del bambino e concordare con lui piccoli premi al raggiungimento dei traguardi stabiliti. Se l’intervento di correzione delle abitudini viziate viene attuato entro i tre anni di età del bambino, la remissione è spontanea.

Nei casi più complessi, può essere utile ricorrere allo psicoterapeuta e alla logopedia. Laddove la terapia comportamentale non abbia successo o l’abitudine errata sia stata intercettata in epoca più tardiva, si valuta anche l’utilizzo di apparecchi “dissuasori”, come apparecchi fissi o rimovibili con griglie per impedire l’interposizione della lingua e il succhiamento del dito.

In altri casi, la beanza anteriore non c’è, ma i denti dell’arcata inferiore non risultano visibili perchè completamente coperti da quelli dell’arcata superiore (“morso profondo”). Anche questa situazione va corretta con opportuni apparecchi o accorgimenti per il riposizionamento della mandibola, in modo da stimolare tempestivamente lo sviluppo armonico delle basi ossee ed evitare possibili future problematiche parodontali. Un altro tipo di valutazione viene effettuato sulla base del combaciamento tra le superfici posteriori dei secondi molari decidui superiori e inferiori e a livello delle cuspidi dei canini superiori e inferiori, insieme alla presenza di spazi interdentali nella dentatura da latte. Lo studio di queste caratteristiche permette di riconoscere le forme occlusali più favorevoli a uno sviluppo armonico delle arcate permanenti da quelle in cui sia invece da attuare un intervento ortodontico precoce, per diminuire la probabilità di dover ricorrere a interventi più invasivi successivamente.